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On the road con la DMB

di Corsina Andriano

Con-Fusion ha giocato un ruolo di rilievo nel tour europeo della DMB, diventando parte attiva nell'organizzazione delle date italiane, degli eventi correlati e gestendo i contatti con i media. Grazie al paziente e professionale lavoro di questi anni, Con-Fusion è diventata la principale macchina organizzativa che promuove la DMB in Italia. Non esiste in Europa un'organizzazione simile alla nostra, in grado di promuovere autonomamente eventi e con una complessa rete di relazioni pubbliche che coinvolgono il mondo discografico, le infrastrutture, i promoters ed i media italiani.

Ma cosa accade dietro le quinte della più grande jam band dell'attuale panorama musicale? Basta trascorrere qualche giorno nel backstage per rendersi conto dell'impalcatura organizzativa che sorregge, agilmente easy eppure impeccabilmente ferrea, uno degli spettacoli live più emozionanti cui si possa assistere.

La crew della DMB ha un'organizzazione concentrica, con diversi anelli gerarchici di accesso, cui corrispondono ad esempio diverse e precise tipologie di pass, che la rendono sostanzialmente molto chiusa. Tutto ciò che accade durante un qualsiasi tour della DMB, in patria o all'estero, è sotto il totale controllo del management americano. Tutto. Nulla è lasciato al caso. E soprattutto nulla viene delegato totalmente al promoter locale.

In America la DMB può permettersi di essere indipendente dai promoters e dalle comuni leggi del mercato discografico: fortemente indipendente ed oculatamente autocentrata ed autonoma, da sempre la DMB si promuove da sola, accrescendo esponenzialmente la sua fama con la sua incessante attività live e l'entusiasta passaparola dei fan.

Nel resto del mondo le cose non vanno diversamente. L'organizzazione di un tour extra-US è affidata al promoter locale per ciò che riguarda la promozione del tour in senso stretto ed alla casa discografica per ciò che riguarda la promozione della band. Ma la Sony-BMG e, in Europa, la Warner Music, sono semplici distributori della discografia della DMB e non hanno, quindi, particolari interessi economici. Per di più, a livello europeo, esiste una parcellizzazione della label e del suo legame con la DMB, che è molto forte in Inghilterra e del tutto inesistente in Italia. Per raggiungere il ruolo privilegiato che riveste oggi all'interno dell'impalcatura organizzativa, Con-Fusion ha dovuto pazientemente attraversare tutti i livelli gerarchici di accesso, fino a conquistare la fiducia e la stima del management americano e arrivando a svolgere ruolo di filtro nell'accesso perfino della stampa.

Milano, 22 Febbraio

Ore 17. Una gelida e persistente pioggerellina intirizzisce me ed Elena Pizzetti davanti all'ingresso di servizio del Palasharp. Mi raggiunge G., Tour Director della DMB, che seguo nel palazzetto mentre Elena si dirige al punto di incontro della stampa per l'intervista a Dave Matthews.

G. mi consegna gli all access per me, Livio Piubeni e Benedetta Copeta e ci dirigiamo nel quartier generale della crew. B., il Tour Manager, è di una simpatia accattivante. Ognuno ha compiti precisi e si muove secondo uno schema, pronto ad accogliere con flessibilità proposte interessanti anche dell'ultima ora. Nelle mie passate esperienze di backstage non ho mai visto un'organizzazione così solida e snella, neanche nei tour di Peter Gabriel, che notoriamente è molto esigente e preciso fino alla maniacalità.

Il lavoro ai Mac e ai cellulari ferve in un'atmosfera stupefacentemente rilassata. Nell'ufficio della D'Alessandro&Galli, dove mi accerto se è tutto a posto per i photo pass di Luca Cepparo, i ritmi sono frenetici e senza sosta. Consegno la rassegna stampa che mi è stata richiesta ed i regali per la band e la crew. Il tutto viene prontamente raccolto da C., che sembra sbucata dal nulla, e distribuito ai rispettivi destinatari. Ci raggiunge J. il responsabile della security americana e, al telefono con S., il manager europeo, coordiniamo il meet&greet con Dave Matthews. Nel frattempo, col responsabile della security della D'alessandro e Galli, metto a punto gli ultimi dettagli per l'ingresso anticipato coi braccialetti per Con-Fusion.

Mi viene confermato che il meet&greet ci sarà in tutte e tre le date italiane per 10 membri di Con-Fusion. J. mi consegna i 10 pass per il meet&greet di Milano con le istruzioni per l'incontro. Esco a consegnare i pass e rientro insieme a Livio. Incrociamo D. il security man personale della band, che sta sorvegliando la porta d'ingresso: stanno arrivando i guys. Dopo l'ingresso di Carter e Stefan, incrociamo A. il responsabile del merchandising, che arriva trafelato con i poster per noi. Con-Fusion ha avuto una menzione sui poster di Milano e Roma.

Intanto sono arrivati i giornalisti che parteciperanno ad una mini press conference con Dave. Con loro c'è Elena, staffer di Con-Fusion, che invece ha ottenuto una face to face di un quarto d'ora ed il cui articolo sarà pubblicato sul numero di Aprile di Buscadero.

Come concordato, dopo la presentazione degli Alberta Cross da parte di Dave, ci sarà il meet&greet. J. ci conduce in una stanza piastrellata di bianco il cui squallore si riempirà poco dopo della calda presenza di Dave, sempre accompagnato da D. e Monk, il suo assistente personale.

Dave ama circondarsi del calore dei suoi fan e, come avrò modo di scoprire nelle chiacchierate che ho avuto con lui, è al corrente di tutto ciò che Con-Fusion ha realizzato. Mi colpiscono soprattutto la sua capacità di interagire in pochissimo tempo con ciascuno, le sue osservazioni mai banali e scontate, la sua personalissima sensibilità che lo porta a cogliere, per ciascuno, un sintetico particolare descrittivo. Le provenienze delle osservazioni di Dave sono davvero singolari e paragonabili al ritrattista che in due o tre pennellate ti restituisce un'immagine a cui non avevi minimamente prestato attenzione prima.

Più volte, in quei giorni, mi avvolgerà nel suo caldo abbraccio trasmettendomi tutta la sua stima ed il suo affetto. Eppure, dopo anni, riesce ancora a stupirmi quando, al termine dell'ultimo meet&greet (a Padova), guardandomi serio e sinceramente grato mi dice 'grazie per aver organizzato tutto questo', indicando con un gesto della mano i Con-Fusionari ed alludendo ai suoi incontri con i fan.

Roma, 23 febbraio

Ore 14.30. In uno degli studi di Radio 2 sta per essere registrato il tanto atteso mini live acustico di Dave Matthews e Tim Reynolds: evento senza precedenti in Italia, fortemente voluto da Mimmo D'Alessandro, con la partecipazione di Gerardo Panno - il giornalista che trasmise su Radio 1 parte del concerto di Lucca in diretta - e la redazione di Moby Dick, entrambi impegnati al Festival di Sanremo.
È curioso. Anche il weekend di Dave&Tim a Milano nel 2007 coincise con la kermesse di Sanremo, dove si concentrò la presenza della maggior parte dei discografici e giornalisti. Ma Mimmo D'Alessandro è stato tenace ed ha pregato Gerardo Panno di organizzare questo straordinario evento. Non è stato semplice, soprattutto incastrare i tempi e gli impegni di tutti, Dave&Tim compresi, ma ce l'ha fatta. Con-Fusion lo ha ringraziato regalandogli il box set Europe 2009.
Alla registrazione della trasmissione partecipa una piccola delegazione di Con-Fusion e con me ci saranno Chiara Renda, Giulia Savarese, Silvia Bonetti, Andrea Barbieri ed Isabella Pregliasco.

L'atmosfera è come sempre molto easy, calda e familiare, ma di nuovo niente è lasciato al caso. Monk lavora con estrema serietà e in silenzio, senza prestare attenzione a noi. Dave e Tim mettono a punto nel soundcheck gli ultimi dettagli tecnici, precisi, veloci, estremamente professionali. Il tempo di chiacchierare qualche minuto con Gerardo e Silvia Boschero, la spigliata e simpatica conduttrice, ed è già ora.
Non capita tutti i giorni di ascoltare Dave Matthews e Tim Reynolds suonare a pochi centimetri di distanza e porterò sempre dentro di me il ricordo indelebile di questa preziosa esperienza. You And Me, Lying In The Hands Of God, So Damn Lucky e Baby Blue splendono come gioielli preziosi nel religioso silenzio dello studio. So Damn Lucky e Baby Blue sono da antologia. Dave canta spesso ad occhi chiusi, Tim è concentrato sulla chitarra ed ecco che il minuscolo studio si riempie della speciale e magica alchimia che questo straordinario duo è in grado di creare. I pezzi sono inframmezzati dalla friendly e spigliata intervista di Silvia a Dave, risate, gag, dal calore del mini pubblico con-fusionario che alla fine chiacchiera a lungo con Dave e Tim. Non scorderò mai la mia breve conversazione con Dave: non gli ho mai chiesto niente di personale, lui lo sa, ma non vorrei che andasse via dall'Italia senza aver cantato almeno una volta Warehouse, la mia canzone preferita.

Il tempo stringe e S. ha fretta: ci regala il plettro di Dave e cerca di strapparlo alla nostra conversazione. Anche noi siamo in ritardo e dobbiamo sintonizzarci coi tempi della band e della crew. Ma quali sono i tempi? Il touring day ha un programma, scandito fin dal mattino, che viene appeso nei punti strategici del backstage, in modo che tutti sappiano quali sono i loro compiti e quando svolgerli. A Milano il programma prevedeva la partenza subito dopo lo show e 7 ore di viaggio per i bus. Il che vuol dire smontare non solo la strumentazione ma tutta l'attrezzatura della DMB production, mettersi in viaggio per Roma e rimontare tutto. La band viaggia invece con aereo personale.

Per ovvi motivi di tempo a Roma non è previsto il soundcheck. Ma i tecnici del suono della band hanno fatto miracoli al Palalottomatica, tristemente noto per la sua pessima acustica, diradando, con impeccabile professionalità, le dense nubi e gli indistinti impasti che, nei primi pezzi, hanno offuscato lo scintillio dell'architettura sonora della DMB. Alle luci il geniale Fenton Williams, in sintonia perfetta con gli umori, i colori e le emozioni della band, anche nella dimensione più minimalista degli stage europei rispetto a quelli del summer tour americano.

L'appuntamento con Benedetta è alle 17 al Palalottomatica.

Incontriamo K., che insieme a C. è una delle 'Production Ladies'. Sta stirando le camicie di Dave. Perché la crew è anche una family road molto efficiente ed affiatata. Siamo nel corridoio delle dressing room, J ci accompagna da Rashawn Ross e ci consegna i pass per il meet&greet con le istruzioni.



Alla fine del concerto di Roma mi raggiunge Roberto Baruffaldi, l'autore della più bella intervista, tradotta in varie lingue, fatta a Carter Beauford: ci organizziamo perché possa salutare Carter. Nel quartier generale della crew ci spiegano che dobbiamo aspettare un po', perché Carter sta facendo la doccia e rilassandosi. Generalmente in tour, anche in America, Carter trascorre quasi tutto il tempo libero in hotel a riposare, perché gli show sono particolarmente pesanti per lui.
B e J sono davanti ai rispettivi Mac, C va e viene indaffarata, arriva C. Taylor Crothers - il fotografo ufficiale della DMB - col suo mini trolley che racchiude il Mac ed il suo prezioso armamentario, entra Jeff Coffin col sassofono appeso al collo sorridendo. Non ho mai visto Jeff senza sassofono in giro per il backstage e a Londra mi farà anche uno scherzetto goliardico.

Entra Dave, con in mano un boccale di birra. 'Cosa ci fai ancora qui?' mi chiede; 'sto lavorando ancora' e B. gli spiega che G. mi ha chiesto di procurare, per tutta la band, dieci copie di Buscadero e Jam di Febbraio con le review del box set, disco del mese in entrambe le riviste. La Dave Matthews Band, per la prima volta, mette d'accordo anche le due riviste storicamente "rivali" da anni sul piano musicale. 'Grazie per Warehouse' gli dico sorridendo; 'it was for you' risponde, e sottolinea la dolcezza del momento indicandomi con tutto il braccio come fa lui quando ti punta dal palco e ti inchioda con uno sguardo d'intesa.

Finalmente arriva Carter. Fresco come una rosa, spicca con il suo sorriso a 360 gradi e travolge Roberto con un abbraccio che credo non dimenticherà mai. 'Boooob' - come se si fossero lasciati il giorno prima - 'non sapevo fossi qui, non ti avrei lasciato aspettare tanto' continua abbracciandolo, chiacchierando come una macchinetta e non smettendo un secondo di sorridere.

È veramente molto tardi e D. mi dice che bisogna andare. Io e Betty ci muoviamo insieme agli altri ma Carter è inarrestabile e sono sicura che si porterebbe Roberto in hotel per chiacchierare ancora. Ci salutiamo mille volte e usciamo dal Palalottomatica. Mentre ci avviamo lungo una stradina di campagna ci raggiungono le auto con la band. Dave chiede al suo autista di fermarsi, abbassa il finestrino, mi bacia la mano e mi chiede affettuosamente scusa perché non sapeva che stessimo aspettando da tanto all'aftershow, altrimenti sarebbe uscito prima. Carter lancia un gridolino di saluto e Bob ci accompagna al nostro hotel.

Padova, 25 Febbraio

Ore 16.30. Davanti al Palasport si mangia l'ormai celeberrimo frico, che è entrato a far parte, durante l'attesa del tour italiano, dell'immaginario collettivo di Con-Fusion e ha fatto il suo ingresso anche nel backstage. B. e J. lo assaggiano incuriositi, mentre definiamo gli ultimi dettagli organizzativi: i pass per l'ultimo mee&greet, la rassegna stampa da consegnare a G. a Londra, la security della ZED Live confusa dal colore dei braccialetti - 'ma non erano rossi?'- sì, stavolta sono rossi, ma i con-fusionari sfoggiano orgogliosamente anche quelli verdi e bianchi delle date precedenti.

A. apre il pacco degli splendidi poster di Padova e ritiriamo il trittico per Con-Fusion. Taylor arriva con il suo trolley e si prepara tranquillamente al lavoro. Non ha mai fretta Taylor, si muove con eleganza e sa perfettamente quando scattare come una molla per catturare col suo obiettivo istanti indimenticabili.

Il meet&greet si svolge nella dressing room di Dave. Un divano, un tappeto orientale, le sue chitarre, il tavolinetto con i colori, le caramelle ed i fogli delle set list, un guardaroba con le sue camicie su cui, osservo, ci sono i nostri regali che viaggiano da Milano. La stanza si apre, senza soluzione di continuità, su un bagno ancora più spazioso, con docce e turche bene in vista. L'atmosfera è surreale e si riempie ben presto di sorrisi, di racconti ed immagini.

Concludo il mio tour italiano della DMB assistendo alla seconda metà del concerto di Padova accanto allo stage. Scelgo una postazione che mi permette di vedere ed ascoltare discretamente quello che accade sul palco, ma soprattutto osservare incantata la front row di Con-Fusion in delirio. D, J e Monk sono ai loro posti e mi stupisce come, dopo tanti anni e tanti concerti, D accompagni con genuino entusiasmo la musica ballando e infervorandosi. Poco dopo mi raggiunge Adolfo Galli con cui scambio due parole. Anche lui è in piedi, sorride soddisfatto e la sua gamba sinistra non riesce a stare ferma durante All Along The Watchtower.
Gerda arrotola the sign that Stefan likes, il capolavoro che ha disegnato per questo tour e che consegnerà a Fonz.

Al termine del concerto i guys scendono dal palco guidati dalla torcia di J. con la supervisione di D. Adolfo stringe la mano a Dave e Carter si avvicina ad un bambino di colore, che hanno fatto entrare apposta per conoscere il suo idolo, lo abbraccia e gli regala due bacchette. La band torna per gli encore e trattengo il respiro su Baby Blue. Taylor sale fulmineo sul palco per immortalare la front row, perché sa che accadrà qualcosa.
Ad ogni data i fan italiani hanno indossato delle maschere a tema: a Padova tutti hanno una maschera di carnevale. Giulia regala la propria a Dave, che la indossa su una strepitosa Sledgehammer, in doppietta con la sorella Shake Me Like A Monkey. Volano coriandoli che brillano come stelle e si chiude cosi uno dei più torrenziali concerti della DMB.

Salutiamo la crew, che rivedremo a Londra. Rashawn sbuca con la sua cena ed entra nella dressing room della band dove troneggia un divanone che contiene comodamente tutti ed un plasma che sta trasmettendo una partita di football. Ridono e su tutto spicca la risata contagiosa di Carter. J mi fa un cenno del capo indicandomi Stefan che staziona a pochi centimetri da me ma non me ne sono accorta. Lo travolgo con un abbraccio. La band si gode la sua pausa, parlano e ridono tutti insieme. Io e Betty li rivedremo presto, così decidiamo di salutarli velocemente sulla porta e di andare. Arrivederci a Londra.

Londra, 6 Marzo

Ore 11.30 Atterro a Luton carica di riviste e con le prime review del tour italiano tradotte, a tamburo battente e in meno di una settimana, da Carla Melis. Mentre faccio colazione con Elena a Luton, Betty e Diego sono atterrati all'aeroporto di Stansted e Riccardo è già in giro per Londra. Realizzo che, per una curiosa coincidenza, a Londra è presente il team al completo dei traduttori di Con-Fusion: Elena Pizzetti, Riccardo Ranzato e Benedetta Copeta. Carla Melis è presente idealmente col suo lavoro e con una bellissima lettera a Dave, che pubblico col suo permesso perché trasuda, con sobria professionalità, la passione di una delle più preziose collaboratrici di Con-Fusion.

Hello Dave,
my name's Carla (we met at the meet&greet in Rome, you signed my shirt on my left shoulder) and I am one of Con-fusion's translators. I just wanted to let you and the guys know that all of us Con-fusion members truly appreciated you guys coming to Italy for 3 dates. We really enjoyed your shows and I can assure you that our forum is bursting with enthusiastic comments, moving memories, beautiful pictures and joy for what we've seen and heard. Hopefully you guys had as much fun playing here as we had watching you and singing and dancing with you.
As for myself, it's been a pleasure and an honor to read and translate all the reviews about your amazing music, I did my best to convey the appreciation, admiration and respect all the reviewers expressed in their writings. Con-fusion members know very well and cherish what your music is about, the emotions you can give, and the amazing musicians you all are. Now more and more people will be aware of that (we're getting new members every day!), and we are all happy about it and, may I say it, very proud of what Con-fusion is doing.
I don't want to take more of your busy time, so have fun for the rest of your stay in Europe, have a good trip back, and take care.
It's good to know that you guys are somewhere in the world making people happy and 'spreading the love'.

See you next time!
Carla

A Londra c'è anche Rodrigo Simas, webmaster di DMBrasil, che non vedo da tre anni, con cui condividerò, di lì a breve, una delle esperienze più importanti della mia avventura con la DMB. Come ci racconterà successivamente, Rodrigo è stato in giro 6 ore a piedi per Londra con Jeff Coffin, una forza della natura che ama passeggiare per ore a piedi.

Ore 16. Entro nella splendida struttura dell'Arena o2 e ci metto un po' a trovare la DMB production perché quella sera ci sono due concerti e due distinte aree per le rispettive produzioni, entrambe sotto l'ala onnivora della LiveNation. Mentre mi aggiro per il corridoio del backstage alla ricerca delle porte giuste, incrocio Rashawn che placidamente sta entrando nella sua dressing room. Io sono alle sue spalle e non lo saluto perché la scena è troppo suggestiva: cammina lentamente muovendo la testa al ritmo di qualcosa che ha in mente, poi fa un cenno di assenso come a dire 'ecco ci sono', canticchia e "parapapà!" fa una suonatina con la tromba prima di sparire dalla mia vista.

Le Production Ladies qui hanno un ufficio per conto loro. K mi abbraccia, C pisola sdraiata per terra, apre un occhio e sorride con tutto l'entusiasmo di cui sono capaci le sue energie residue. Mi sdraio anch'io accanto a lei e chiacchieriamo. Mentre recupero le energie arriva G che mi porta nel suo ufficio e tira fuori dallo scatolone delle buste Warehouse quella a mio nome dove, mi spiega, c'è l'all access per me più tre biglietti e tre pass per il lounge.

Camminando verso l'ingresso mi imbatto in Carter, con la sua risata argentina, Stefan e Tim. Saluti, baci e abbracci e, proseguendo per il cunicolo, mi ritrovo nel bel mezzo dell'arena vuota.

Ho il palco alle mia spalle e resto senza fiato per la bellezza del posto. C'è un silenzio surreale. Sento su di me lo sguardo di qualcuno. Mi giro lentamente e, appoggiato alla transenna, c'è Dave che mi sta fissando. Chiacchieriamo un po' e mi dirigo verso l'ingresso per consegnare il pass per il backstage ad Elena ed i lounge a Riccardo e Diego.



Riccardo non ha mai visto la DMB dal vivo e quel pomeriggio asserirò con assoluta certezza 'vedrai, la tua vita non sarà più la stessa'. Certo non potevo immaginare che appena messo piede a casa avrebbe organizzato la sua tappa a Birmingham. Senza di noi per giunta! E' questo il bello dei concerti della DMB: ti stregano in un vortice in cui il passaparola ingloba sempre più numerosi estimatori, alcuni dei quali lo saranno per sempre. Volete far felice un amante della musica? Portatelo ad un concerto della DMB. Anche a scatola chiusa.

Betty, Elena ed io entriamo nel backstage e incontriamo Dave in corridoio, che riconosce Elena. Ne approfittiamo per chiedergli quello che da tempo sono curiosa di sapere: gli regalo Scratch My Back, l'ultimo capolavoro di Peter Gabriel, di cui lui è un grande fan. Mentre Scratch My Back era in gestazione, i forum americani avevano fatto girare la notizia che uno degli artisti presenti nel progetto sarebbe stato proprio Dave Matthews. Non trovando conferme, mi ero informata presso lo staff di Peter, riuscendo a sapere solo che Dave era nella rosa dei candidati e che Peter aveva molto apprezzato la sua versione di Sledgehammer. In realtà, come ci confermerà Dave, nessuno lo ha mai contattato in merito a questo progetto che avrebbe fatto molto volentieri 'no, non ne ho mai saputo nulla, mi sarebbe piaciuto, ma nessuno me lo ha chiesto…ci sarò nel prossimo' decreta sorridendo.
Con Dave ci sono naturalmente anche J e D. J è esilarante. Ci spiega che a Londra ci sono diversi tipi di pass. Che per il momento possiamo stare tutti lì, ma dopo Betty ed Elena non potranno entrare nel backstage. Il tutto inframmezzato da battute sul fatto che lui non capisce una parola quando io parlo in italiano con gli altri e chissà cosa sto dicendo di lui 'your english is wrong, but better than my italian'.
Finalmente arriva Rodrigo. Il tempo stringe e deve procurarsi il photopass. Chiacchieriamo con Taylor che, inginocchiato per terra, lavora davanti al suo Mac e prepara la sua strumentazione. Come Rodrigo, del resto, che sfrutta ogni centesimo di secondo nel backstage facendo diverse cose contemporaneamente. Il tempo di salutare B, C e Fenton ed è subito lo show.

Lo stato di grazia della band a Londra è palpabile fin dai primi minuti: dopo l'evocativa Still Water, Fenton fa esplodere Don't Drink The Water con un boato accecante che illumina il pubblico a giorno. La band sfodera uno dei suoi migliori concerti, svettando a livelli stellari e facendo impallidire nel mio immaginario anche il ricordo di Lucca, rispetto al quale questo show è sicuramente più solido e tecnicamente perfetto sul piano musicale. Improvvisazioni e arrangiamenti di altissimo livello. Band straordinariamente in forma e affiatata. Pubblico in standing ovation dappertutto, anche sugli spalti più distanti, definitivamente travolto nel vortice di un impetuoso tornado. Set list da togliere il fiato. La chiusura con Stay, poi, è una delle mie preferite.

Nell'aftershow sto chiacchierando con Rodrigo di vari progetti in comune quando un suono di sax alle mie spalle mi fa sussultare dallo spavento. E' Jeff Coffin, a cui lo scherzetto è riuscito perfettamente: scoppia in una risata contagiosa. Col sax appeso al collo e dopo un'intera giornata in cui non si è fermato un secondo, sembra pronto per le avventure notturne.
Nel backstage c'è il gotha della DMB production, compreso Coran Capshaw ed i capi della LiveNation. Proprio quella sera si inaugura lo store ufficiale europeo della DMB e c'è gran fermento. Io e Rodrigo chiacchieriamo un po' con tutti. D. continua a chiedersi come diavolo facciamo io e Rodrigo a comunicare: gliene diamo una dimostrazione live sfoggiando il nostro ormai collaudato e personalissimo linguaggio che ingloba il portoghese, lo spagnolo e l'inglese. Chiacchieriamo a lungo anche con Stefan, soprattutto di musica e dei nostri personali progetti futuri.

Rodrigo proseguirà il suo tour europeo a Manchester e Dublino. Per me è arrivato il momento di salutare tutti. Arrivederci al summer tour guys!

Il taxi che il mattino dopo mi riporta a Luton odora di cannella. Il simpatico tassista mi offre del cioccolato ed osserviamo che, a dispetto del gelo pungente, Londra sfoggia un cielo insolitamente azzurro e assolato. Il mio lavoro on the road è terminato e posso lasciarmi andare ad un torpore sonnolento che odora di cioccolato e cannella.